A Zanzibar escursioni da fare ce ne sono veramente tantissime nonostante la grandezza dell’isola. Se volete fare delle escursioni particolari con persone locali vi consiglio vivizanzibar
Stone Town
La vera anima di Zanzibar. Vicoli tortuosi, vecchi edifici in stile arabo, europeo, persiano; palazzi distrutti e mercati incredibilmente scioccanti!
Perdersi è la regola di Stone Town. Perdetevi sia fisicamente che mentalmente e solo così potrete apprezzare la bellezza di questo posto.
Immergetevi nella cultura locale, confondetevi con la gente, all’inizio vi sentirete, probabilmente, un po’ spaesati soprattutto se è il vostro primo assaggio d’Africa ma dietro ogni angolo resterete incantati dalla sua storia così mistica e dalla sua gente così affascinante e semplice.
Venditori ambulanti che vi seguono, bambini in bicicletta, gare di tuffi al porto, ragazzi che portano a spasso la propria scimmietta. Le persone sono i veri protagonisti di Stone Town.
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Tour delle spezie
Non sono mai d’accordo su questo tipo di escursioni che io, come si dice a Lucca, le chiamo gli “acchiappacitrulli” ovvero le solite trappole per turisti che paghi e, in fretta e furia, ti fanno fare un giretto di 5 minuti, ti portano nei loro negozietti e via, finito il tour. Questa volta mi sono ricreduta, una vera e propria immersione nella foresta. Ho trovato questa escursione non solo bella ma anche molto formativa.
Ci hanno spiegato l’uso e la coltivazione di molte specie di spezie: noce moscata, vaniglia, zenzero, curcuma, chiodi di garofano, frutto del pane, pepe, cacao e tanti altri con finale di spettacolo divertente dove uno zanzibarino si arrampicava su una palma altissima, cantando la tipica canzone”Jambo Bwana”, e prendeva noci di cocco che, ovviamente abbiamo bevuto.
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Prison island
Partenza da Stone Town, imbarcazione tipica zanzibarina e, se non si ferma la barca, in 20 minuti arriverete a Prison Island dove vi aspetta una riserva di testuggini giganti pronte a mangiare i rametti di foglie direttamente dalle vostre mani. Tantissime tartarughe importate dalle Seychelles (qua il mio viaggio in una delle mete più belle dell’oceano Indiano) fanno da protagoniste a questa isola con una storia un pò buffa. Prison Island fu disabitata fino all’anno 1860 quando il primo sultano di Zanzibar ne fece dono a due mercanti di schiavi arabi che però non la utilizzarono mai come tale, così è diventata un’attrazione turistica.
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Nel mio ultimo articolo su Zanzibar vi parlerò dell’Hakuna Matata!